Ricordate quando il metaverso era la parola d’ordine? Ci avevano promesso una rivoluzione totale, l’Eldorado del XXI° secolo. Un mondo virtuale in cui avremmo vissuto, lavorato e giocato parallelamente alla nostra esistenza reale. Poi nel giro di poco.. sparito dai radar.
Ma cos’è successo? È stato solo hype? Non proprio.
Il metaverso non è morto. Semplicemente, non è quello che ci avevano fatto credere. Non viviamo tutti in mondi virtuali interconnessi, ma il metaverso esiste e si evolve.
IL GRANDE FLOP DI META E L’AI COME NUOVA STAR
È vero, Mark Zuckerberg, non ci ha aiutato.
Quando Meta ha spostato la sua intera strategia su questo concetto, sembrava una mossa tanto azzardata quanto geniale. Ma poi è arrivata l’AI a rubare la scena.
Il metaverso è sembrato immediatamente qualcosa da riporre in soffitta, un po’ come i Google Glass. Ma il metaverso è davvero finito così male?
No. Si è semplicemente trasformato. Non è più quella fantasmagorica realtà virtuale per tutti, bensì una tecnologia di nicchia che si sta applicando in modi specifici e interessanti. Dalla manutenzione predittiva nelle industrie alla formazione immersiva, è qui che il metaverso trova il suo spazio.
Il metaverso sta trovando casa anche qui in Italia, nonostante se ne parli poco. Esistono già alcune realtà dove questo approccio viene utilizzato in modi estremamente concreti, forse meno stravolgenti rispetto a quanto ci aspettavamo, ma comunque innovativi e soprattutto pieni di potenziale.
ANOTHEREALITY
Forse è una delle realtà più interessanti nel panorama del metaverso italiano. Mentre la maggior parte delle persone associa il metaverso a videogame o esperienze virtuali, AnotheReality ha puntato su formazione e intrattenimento immersivo.
Lavorano con grandi realtà per creare ambienti di formazione virtuale. Qui i dipendenti si addestrano in scenari immersivi senza mai uscire dall’ufficio o dallo stabilimento. Immaginate un ingegnere che possa “entrare” in una versione virtuale della macchina che deve riparare e vedere tutti i suoi componenti dall’interno prima ancora di toccarla.
Questo tipo di esperienza formativa riduce i tempi di apprendimento e gli errori, migliorando la produttività.
Ma AnotheReality collabora anche con musei, festival e altre istituzioni culturali per creare esperienze immersive.
Che si tratti di rivivere un evento storico in realtà virtuale o di partecipare a un festival culturale senza uscire di casa, AnotheReality sta dimostrando come il metaverso possa davvero cambiare il nostro modo di apprendere e divertirci.
IL METAVERSO NON È MORTO
Insomma, il metaverso è cambiato. Non è (ancora) quella grande rivoluzione che ci avevano promesso, ma gode di ottima salute! Sta crescendo in nicchie specifiche e continuerà a farlo, soprattutto in settori che richiedono soluzioni tecnologiche complesse.
Se c’è una lezione che possiamo trarre da tutto questo è che il metaverso è una tecnologia in evoluzione, non un fallimento. Il problema è che, inizialmente, ci avevano venduto il sogno di un mondo virtuale perfetto, interconnesso e accessibile a tutti, ma la realtà è diversa.
È SOLO PER POCHI?
Forse il metaverso è una di quelle tecnologie destinate a rimanere elite. Forse non è mai stato pensato per tutti noi, ma per quelle aziende e quei settori che ne possono sfruttare le reali potenzialità. E va bene così. Il metaverso non doveva essere per forza la nuova internet. Non tutto deve rivoluzionare il mondo da un giorno all’altro.