QUANTO PESA L’AI SULL’AMBIENTE?

L’AI è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana. Ma quanto ci costa davvero in termini ambientali? Spesso ci concentriamo sulle emissioni di CO2 provenienti da fabbriche, auto e industrie, dimenticandoci che anche il mondo digitale ha un peso significativo.

L’IMPATTO AMBIENTALE DI ChatGPT E DELL’AI

ChatGPT e altri strumenti basati sull’intelligenza artificiale sono alimentati da centri dati che consumano enormi quantità di energia elettrica. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, il settore tecnologico, incluso l’AI, è responsabile del 2% del consumo mondiale di elettricità. E si prevede che questa cifra possa raddoppiare entro il 2026, raggiungendo il consumo di una nazione come il Giappone.

Kate Crawford, esperta di AI, stima che ChatGPT consumi già l’equivalente dell’energia richiesta da 33.000 abitazioni.

Se poi consideriamo che le ricerche AI utilizzano da quattro a cinque volte l’energia di una ricerca web tradizionale, è evidente che il costo della nostra interazione con questi sistemi va ben oltre quello che immaginiamo.

CONSUMO IDRICO DELL’AI

Il consumo di risorse idriche è un altro aspetto spesso trascurato. I server che alimentano l’AI, per restare operativi, richiedono enormi quantità di acqua per il raffreddamento. Si stima che l’addestramento del modello GPT-3 di OpenAI abbia consumato circa 35 milioni di litri d’acqua. E ogni singola conversazione su ChatGPT, per quanto breve possa sembrare, utilizza mezzo litro di acqua per mantenere il sistema funzionante.

FUTURO E SFIDE AMBIENTALI

L’espansione dell’AI solleva domande cruciali riguardo alla sua sostenibilità. L’aumento della domanda di energia e acqua rischia di compromettere la lotta al cambiamento climatico. Secondo stime riportate dal Financial Times, la crescita dell’AI potrebbe portare a un aumento del prelievo idrico tra 42 e 66 miliardi di metri cubi all’anno entro il 2027, ovvero circa la metà del consumo idrico del Regno Unito.

AI COME ALLEATA?

Nonostante le preoccupazioni, molti vedono nell’AI una possibile soluzione ai problemi ambientali. Sistemi intelligenti potrebbero ottimizzare l’uso delle risorse, migliorare l’efficienza energetica e gestire reti elettriche basate su fonti rinnovabili. Tuttavia, è fondamentale bilanciare i costi e i benefici.

Davvero vogliamo salvare il pianeta utilizzando una tecnologia che, a conti fatti, lo sta consumando?

«Se vuoi salvare il Pianeta con l’AI, devi anche considerarne l’impronta ambientale. Non ha senso bruciare foreste per alimentare l’intelligenza artificiale che traccia la deforestazione», sottolinea Sasha Luccioni, ricercatrice di Hugging Face.

MANCANZA DI TRASPARENZA

Ad oggi il problema più grande sembra essere la mancanza di trasparenza.

Le aziende che sviluppano questi sistemi non forniscono dati chiari sul consumo energetico dei loro centri dati, lasciando molti interrogativi senza risposta. Non sappiamo quanti utenti utilizzino questi strumenti né quanta energia venga effettivamente consumata.

E allora? Dovremmo per questo smettere di usare l’AI? Non è così semplice.

Ma forse è il momento di cambiare il modo in cui pensiamo al progresso tecnologico. Non possiamo permetterci di essere affascinati da ogni nuova invenzione senza considerare il prezzo che paghiamo in termini ambientali.

Forse, l’intelligenza artificiale può essere migliorata per diventare davvero sostenibile. Ma, fino ad allora, vale la pena chiedersi quanto pesa.